PERCORSO TERAPEUTICO
In questo studio l'approccio terapeutico è di tipo cognitivo comportamentale.
I colloqui avvengono frontalmente e vertono sulla risoluzione di problemi concreti, sull'attivazione delle risorse del paziente, sul suggerire valide strategie che possano essere utili a liberarlo dal problema indipendentemente dalle cause.
In particolare, in considerazione delle novità di grandissimo interesse nel campo della clinica, della neurofisiologia e della linguistica che stanno letteralmente rivoluzionando il quadro di riferimento teorico e applicativo della terapia cognitivo comportamentale ( tanto da poter parlare di cognitivismo di 3 generazione) nello studio le consolidate tecniche cognitiviste sono integrate dalla pratica clinica dalla RFT ((la Relational Frame Theory) per l'importanza dei suoi effetti neurofisiologici e linguistici e dall'ACT (acceptanc and commitment therapy) una delle più importanti terapie basate sulla mindfulness, grazie alla quale si apprende a cambiare alcuni comportamenti che non fanno altro che alimentare i sintomi disfunzionali
L'introduzione di queste nuove modalità nell'ambito della terapia cognitivo comportamentale ha consentito di raggiungere risultati veramente ragguardevoli . Attualmente gli effetti di questa nuova modalità terapeutica sono studiati in tutto il mondo con interesse crescente e un numero molto ampio di lavori scientifici riguardanti praticamente tutti i problemi di salute ne attestano la validità.
La terapia è centrata sul presente e mira ad ottenere dei cambiamenti positivi aiutando il paziente ad intervenire in prima persona sui propri comportamenti-problema. Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare alla risoluzione dei propri problemi (ristrutturazione cognitiva). Nel lavoro con la mindfulness i pensieri vengono sostanzialmente riconosciuti come tali facendo in modo che nel processo terapeutico si tenda ad occuparsi maggiormente del processo del pensiero, (cioè del modo di funzionare della mente), piuttosto che dei contenuti dei pensieri stessi con l'obbiettivo non tanto di trasformarli, quanto di riconoscerli per quello che sono (cioè solamente dei contenuti mentali senza caratteristica di concretezza e di realtà) e di lasciarli andare senza giudicarli.
Il terapeuta aiuterà il paziente a capire come poter modificare le abitudini di pensiero disfunzionali, le relative reazioni emotive e i comportamenti che sono causa di sofferenza mediante test di autovalutazione, l'apprendimento di strategie utili, il miglioramento dei propri meccanismi di pensiero, tecniche di rilassamento e di autoconsapevolezza.
Oltre alla terapia svolta "in studio", tale indirizzo di psicoterapia prevede spesso anche dei "compiti" cognitivo-comportamentali che i pazienti possono svolgere a casa come parte integrante della loro terapia. La terapia cognitivo-comportamentale è a breve termine, ogni qualvolta sia possibile. La durata della terapia varia di solito dai tre ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza il più delle volte settimanale. Problemi psicologici più gravi, che richiedano un periodo di cura più prolungato, traggono comunque vantaggio dall'uso integrato della terapia cognitiva, degli psicofarmaci e di altre forme di trattamento.